The hug after the war.

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    Heroes never get happy endings}

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    The hug after the war è un mini testo che ho scritto per scuola, basandomi su un disegno che rappresentava un militare che abbracciava una donna. Voglio condividerlo con voi perché sono molto felice di come è uscito.
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    Mentre l'abbracciava si sentiva rinascere dentro, vedeva di nuovo della speranza, sentiva il suo cuore battere.
    Per la prima vota, dopo mesi, riconosceva la vita. E mentre il respiro di lei gravava sulle sue spalle, il suo sguardo si perse nei ricordi più profondi.
    Gli aerei, le bombe, i villaggi distrutti: tutto gli scorreva in mente come i fotogrammi di un film. Il rumore delle armi da fuoco risuonava ancora nelle sue orecchi, e il ricordo dei feriti gli annebbiava la mente.
    Ricordava il sangue e il dolore. Fortunatamente, non era rimasto ferito gravemente durante il suo periodo al fronte, ma ricordava benissimo il volti di quegli uomini che, affranti dal dolore, erano stati colpiti in punti critici. Alcuni avevano perso un arto, altri la possibilità di camminare bene. Alcuni erano anche morti, vittime di quella guerra causata dall'odio e dall'ignoranza.
    Ma erano militari: dovevano prendere parte a tutto questo per salvare il paese. Lui stesso era ponto a dare la vita, come molti altri, per fermare quelle sparatorie che per mesi aveva visto, o per salvare le persone innocenti che si trovavano nei territori presi di mira dai loro nemici.
    Aveva assistito a così tanto dolore, morte e odio, che quel contatto con la donna che amava gli sembrava quasi irreale, un sogno.
    La stringeva forte: voleva essere sicuro che fosse lì, che il suo profumo potesse dargli la certezza che era vivo e la stava abbracciando.
    Da quando era sceso dall'aereo di ritorno dal fronte, l'aveva guardata ancora incredulo che fosse lì ad aspettarlo; ma tra loro non ci furono parole. Il loro contatto fisico lo riportò piano alla realtà, ricordandogli che ora poteva vivere con lei nuovamente, libero dall'orrore della guerra.
    Riconosceva in lei la vita, la speranza, il futuro.
    Forse avrebbe potuto dimenticare quel dolore, e guardare avanti insieme a lei, al contrario di come molto suoi compagni non avrebbero mai potuto fare.

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